New Novel! LA DAMA ROSSA

L´Ulivo su Yareah

Alcuni dei racconti dell´Ulivo sono ora pubblicati sulla rivista letteraria Yareah, n.2/2008.
Dateci un´occhiata su:
www.yareah.com/literatura_poems_trebeschi.php

Tuesday 15 November 2011

SUSSURRI

Era solita venire qui con sua figlia. Stendeva una coperta sul prato e giocava con la bambina. Spesso la piccola si addormentava; la madre le si accoccolava accanto bisbigliando parole d´amore.
Una giovane donna siede ora ai miei piedi.

Viene qui ogni tanto; chiude gli occhi e, di nuovo,
sente quei sussurri.

(I racconti dell´Ulivo)

Friday 26 August 2011

UN POETA MALEDETTO

Le sue dita sulle corde della chitarra si muovevano come il pennello di un pittore.
Era solito venire qui a scrivere le sue canzoni.
Portava i capelli lunghi e la barba.
La sua voce era calda come i raggi del sole in estate.

Aveva molti ammiratori e io fra loro.
Morí giovane e nei guai.
Era un poeta moderno. E maledetto.


(I racconti dell´Ulivo)

Thursday 19 May 2011

IMPERDONABILE INFIBULAZIONE

Aveva tre anni ed era felice quando vennero qui.
Con un rasoio sporco una vecchia le taglió via il clitoride e non solo; poi la cucí stretta.
Sua madre la teneva ferma e non so ancora come abbia fatto a sopportare le grida di dolore della sua stessa figlioletta. Un dolore brutale e senza senso che fece di una bimba sana una donna sofferente per sempre.
Aveva tre anni ed era devastata quando se ne andarono.
C´era sangue dappertutto e lo giustificarono nel nome di Allah.
Ma Allah ha creato la donna cosí com´è e Allah non fa errori.
Allah è infallibile.
Per certo, il terribile dolore, le cicatrici sul corpo e sull´anima di quella povera bimba, non saranno perdonati.

(I racconti dell´Ulivo)

Wednesday 18 May 2011

17 Maggio - Luna piena

Le tre fate che ho incontrato al lago sono le sorelle di mia madre. Potevo finalmente vederle e ora sapevo che mi erano sempre state accanto. Fin da quando sono nata si sono sempre occupate di me senza che io lo notassi.
Hanno potere sugli elementi; Acqua, Fuoco, Aria e Terra sono al loro servizio. Mia madre ha il controllo sull´Acqua.

Quando venni al mondo ognuna delle quattro sorelle mi donó una parte dei propri poteri per proteggermi. Potrei controllare i quattro elementi da sola. Devo solo imparare come. E loro me lo insegneranno.
Le sorelle di mia madre - da poco ho cominciato a chiamarle zie - mi hanno portato il 30 aprile alla festa fatata di Beltane. Abbiamo ballato tutta la notte per dare il benvenuto alla primavera e al suo rinnovare la natura e la vita.

C´erano molte altre fate e una di loro mi ha tolto letteralmente il respito. Quando mi ha guardata la prima volta i suoi occhi erano cosí penetranti che ho quasi provato dolore: ho dovuto smettere di respirare per alcuni secondi. Camminando verso di me ha sorriso e i quattro elementi che stavo imparando a domare mi hanno schiaffeggiato l´anima. Tutti insieme.
Quando mi ha toccato la mano ho creduto che il cuore mi esplodesse. Lui mi ha preso dolcemente per mano e abbiamo danzato. Tutta la notte abbiamo danzato, senza parlare. Non era necessario. Sapevamo entrambi che le nostre anime sarebbero state legate per sempre.
- Mamma - dissi quando mia madre uscí dallo specchietto retrovisore della macchina - credo di essermi innamorata.
- Lo so - mi disse sedendosi sul sedile del passeggero - ma non sono sicura sia un bene.
Non risposi. I miei occhi si riempirono di lacrime.
- Egli é il figlio dell´elfo piú potente che si sia mai votato alla magia nera, Dunkel. É stato cresciuto da suo padre. Ma lui non é il frutto dell´amore come lo sei tu; sua madre, un´umana, é stata data a Dunkel come sigillo di un patto. Un terribile scambio per ottenere soldi e successo. La poveretta aveva diciott´anni e per dieci anni é stata la schiava personale di Dunkel. Poi, con l´aiuto di suo figlio, che allora aveva solo nove anni, riuscí a trovare il modo di liberarsi. Da quel giorno lui la protegge da suo padre, e questo é un bene. È un mezzo sangue molto forte, ma lo é anche la sua parte oscura.
- Chi puó aver fatto un patto del genere?!
- Il tuo capo.
Non potei che accostare. Se mi fossi guardata allo specchio avrei visto un´estranea. Ero sconvolta.
- Viene da me ogni tre giorni - dissi dopo qualche minuto - Stiamo cominciando a conoscerci anche se ho come la sensazione di conoscerlo da sempre. Non credo sia pericoloso come dici.
- Hai guardato la sua immagine riflessa nello specchio che ti ho dato?
- No.
- Dovresti. E adesso guida; vai al fiume. Devi imparare a controllare l´Acqua.

(Racconti dallo specchio - Quinta luna)

Monday 18 April 2011

18 Aprile - Luna Piena

Fra le braccia di mia madre sognai una bambina.

Combatteva da sola contro un drago enorme. A volte sembrava capace di piegare il drago alla propria volontá, a volte pareva sul punto di essere divorata in un sol boccone e io non sapevo che fare. Mi sentivo cosí impotente che cominciai a piangere. Le lacrime si trasformarono in cristalli. E i cristalli contenevano degli esserini. Erano i miei poteri magici e li diedi alla bambina. Lei sorrise e il drago fu domato.

Quando mi svegliai mia madre se ne era andata.

Ho passato l´ultimo mese a cercare di conoscemi piú a fondo.

Ho guardato spesso nello specchietto che mia madre mi aveva regalato ma questa volta non per osservare gli altri. Volevo sapere di piú su me stessa. Volevo esplorare ogni sentimento, ogni umore, ogni mio pensiero per capire finalmente cos´era che mi rendeva cosí infelice. Per tutta la vita avevo cercato qualcosa senza sapere esattamente cosa. Ed ora era lí, di fronte a me. Era la parte mancante della mia anima.

Credo mi servirá il resto della vita per essere completamente cosciente della mia doppia natura ma non mi spaventa piú. Sono quello che sono e i miei poteri vengono dal piú profondo. Se non riesco a controllarmi non saró mai in grado di usarli correttamente.

Accettarsi é il primo passo.

Ero completamente immersa in questi pensieri quando mia madre uscí dalla riflettente superficie del lago. La luna piena era come una lampadina accesa e l´acqua la rispecchiava in milioni di piccole luci ondeggianti. Sembrava davvero di essere in un racconto fatato. E forse era cosí.

-Mamma – dissi dopo alcuni istanti – voglio conoscere di piú del mondo delle fate. Voglio andarci. Devo imparare molto sulla mia parte magica.

- Il mondo delle fate é ovunque – disse – Le fate preferiscono vivere lontano dalle cittá, nei boschi e nelle foreste ma non é raro trovarle accanto agli umani, nei loro giardini o nei loro focolari. È solo che, normalmente, gli umani non ci vedono.

- Normalmente? Ci sono persone che vedono le fate?

- Si. I bambini piccoli per esempio, prima di dimenticare come guardare le cose, o persone molto sensibili come...

- Come mio padre.

- Si, come tuo padre – sussurró arrossendo.

Era cosí bella, mia madre. Impossibile resisterle se solo la si fosse potuta vedere.

- Ci incontrammo di fronte ad un roseto selvatico – continuó dopo poco – Erano rose bianche e tuo padre mi vide. Il suo sguardo era su di me carezza piú vellutata dei petali di rosa. Non lo dimenticheró mai. Mai.

Una brezza leggera ci scompiglió i capelli e le anime: portava con sé profumo di rose. Improvvisamente vidi tre fate sedute accanto a noi. Sembravano conoscere mia madre e le somigliavano.

Non avevo paura. Mi sorrisero ed io le ricambiai.

(Racconti allo Specchio - Quarta Luna)

Saturday 19 March 2011

19 Marzo - Luna Piena

Mia madre balzó fuori dalla superficie riflettente del tavolo appena in tempo per fermarmi.
È luna piena stanotte e avrei dovuto incontrarmi con lei. Ma non credevo sarebbe accaduto in quel modo.
È sopra di me. Mi sta alzando la gonna.
Sapevo non avrei dovuto fidarmi ma é il mio capo.
E io sono stata stupida.
Con una scusa mi ha trattenuta al lavoro fino a tardi, poi mi ha chiamata nel suo ufficio. La stanza era molto buia; lui mi ha afferrata e ha messo una delle sue grasse mani sul mio seno. Non c´é piú nessuno in ufficio, é quasi mezzanotte. All’inizio tutto é stato cosí veloce e io cosí sconvolta che non riuscivo a muovermi. Ma é durato il tempo di cui ha avuto bisogno per gettarmi sul tavolo. Il freddo della sua superficie mi ha fatto ritrovare la luciditá e l’ho fatto volare contro il muro solo con uno sguardo.
Mi aveva tolto le mani di dosso ed ora avrei potuto infliggergli la sua punizione.
Giaceva sul pavimento con la testa sanguinante e – lo seppi solo in seguito – una spalla rotta.
Camminai verso di lui come un lupo pronto a sbranarlo.
È stato fortunato e lo sono stata anch’io.
È mezzanotte e mia madre mi ferma. Mi mette una mano sugli occhi e bisbiglia qualcosa. Il fuoco che mi arde dentro si raffredda e mi calmo.
Non l’avevo nemmeno vista arrivare, ma sono contenta l’abbia fatto. Sarei diventata un’assassina stanotte alla luce di questa luna che sembra piú grande e lo sarei stata per sempre. Mi prende per mano. Ci dileguiamo nel vecchio specchio appeso al muro e ci ritroviamo nella mia stanza.
- Hai passato l’ultimo mese a osservare, nel piccolo specchio che ti ho regalato, come in realtá siano le persone – dice dolcamente mia madre conducendomi a letto – credo ora sia giunto il momento che tu ci guardi te stessa. Il tuo potere risiede nei tuoi occhi. E gli occhi sono lo specchio dell’anima. Ti faró dormire adesso e sognerai. Sará un sogno fatato che, se sei pronta ad imparare, ti dirá molto di piú di quanto ti aspetti.
Comincia a cantare.
È una melodia bellissima che mi sembra di conoscere. Non sono sicura... sono stanca... mi sto addormentando.


(Racconti allo specchio - Terza Luna)

Tuesday 8 March 2011

MIMOSA

Correndo con la bimba stretta in petto scappó da un cattivo marito e da un padre ancora peggiore.
A differenza di molte ci riuscí.
Cosí come anche la bimba aveva i capelli del colore dalla grande Mimosa che stava fiorendo davanti a me; ebbi la sensazione che quella primavera fosse per loro.


(The Olive Tree Tales)

Friday 18 February 2011

18 Febbraio - Luna Piena

Era di nuovo luna piena. E mezzantotte.
Quando uscí dallo specchio era ancora piú bella di quando l´avevo vista la prima volta.
Eravamo in camera mia. Ci sedemmo sul letto a chiacchierare.
Mi disse che aveva notato quanto avevo cercato di star lonano dalla mia parte oscura; era fiera di me. Ma avrei dovuto conoscerla a fondo prima di essere davvero capace di controllarla.
Sono per metá una fata. E le fate hanno due parti. Una oscura e una luminosa. Seguono l´una o l´altra a seconda di quale le incanta di piú e di quanto sono forti.
Ma sono anche per metá umana. E anche gli Uomini hanno una parte oscura e una luminosa. Anche gli Uomini decidono quale seguire a seconda della loro natura.
Ma nessuno é solo ombra. Nessuno solo luce.
Quando i miei sentimenti sono negativi la mia parte fatata maligna diventa cosí forte che non riesco quasi a controllarla. So che potrei uccidere con lo sguardo. Ed é affascinante, devo ammetterlo.
- Voglio donarti qualcosa – disse mia madre mentre uno specchietto le apparve nella mano – Portalo sempre con te e guardaci dentro ogni volta che ti sembra di non riuscire a controllarti.
Era uno specchietto da borsetta con una scintillante rosa bianca sul coperchio. Era il primo regalo di mia madre.
- Mostra come le persone realmente siano nel momento in cui la loro immagine si riflette nello specchio. È quello che vedo io. E ti aiuterá a comprendere meglio anche te stessa.
- Mamma – dissi prendendo con cura lo specchietto – e papá? Gli ho detto di averti incontrato. Volevo fosse qui con noi stasera ma mi ha detto che non era possibile. Piangeva mentre lo diceva.
- Non possiamo incontrarci. Sa che posso vederlo in ogni specchio in cui guarda. Ricordi quel pezzetto d´argento che porta sempre addosso? È il suo modo di avermi sempre con sé. Ma se ci incontrassimo, io morirei. Mi auguro soltanto che il suo ultimo giorno sia in un giorno di luna piena cosí potrei abbracciarlo un´ultima volta e poi chiudere gli occhi per sempre. Insieme a lui. Ci amiamo cosí tanto!
- Non si puó fare niente per liberarti?
- Forse, ma é troppo pericoloso. Fallire significherebbe la morte per un uomo e l´eterno confino nella lacrima di un albero per una fata.
- La lacrima di un albero?
- Si. Una goccia d´ambra.
- Cosa puó essere cosí pericoloso? – le chiesi stringendo il pugno attorno allo specchietto.
- Prendere la chiave. Amando tuo padre ho rotto uno dei piú antichi giuramenti delle fate: "Il tempo non ci tocca, la vecchiaia sta lontana, il vero amore non muore: i mortali sí. Io giuro di fronte a madre natura e a voi fratelli e sorelle di magia di non amare mai un mortale”. Partorendo te ho creato un porta tra i nostri due mondi. L´unico modo per liberarmi é trovare la chiave e chiudere quella porta.
- Dov´é la chiave?
- Non lo so. L´incantesimo dice: “Giú nello specchio, vedi senz´esser vista, riflessi tu ami ma senza legami. Per sempre, oppur la chiave si trovi e dei due mondi il bacio si scovi”.
C´era un modo per salvare mia madre. Non riuscivo a pensare nient´altro.
Guardai nello specchietto che mi aveva dato. L´immagine cambiava cosí velocemente che a mala pena riconobbi me stessa. Era veloce quanto i miei pensieri e alcuni non erano positivi. Un´oscura signora mi guardava. Ero spaventata ma lei mi sorrise affascinante.


(Racconti dallo Specchio - Seconda Luna)

Thursday 17 February 2011

TRICOLORE

Li vidi passare, 150 anni fa.
Un mare di giacche rosse marciava su lussureggianti prati verdi.
Sullo sfondo il bianco scintillante delle saline.

(The Olive Tree Tales)

Friday 28 January 2011

PECORONI

Una volta un insegnante si sedette ai miei piedi con un gruppo di studenti.
Non erano diversi dai molti altri che ho visto, non parevano piú stupidi o ottusi ma sembravano un ignorante manipolabile gruppo di pecoroni.
Ripeteva loro la stessa bugia in molti modi diversi.
Fui sconvolto dal vedere che gli credevano ciecamente.
Probabilmente nessuno aveva mai insegnato loro a pensare con la propria testa. Sfortunatamente.
Ripensai a colui che, qualche tempo fa, disse: "
Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerá una veritá".


(I racconti dell´Ulivo)

Thursday 27 January 2011

CORTIGIANE

Saranno passati un paio di centinaia d´anni da quando é venuto qui con tre delle sue cortigiane.
Lo chiamavano il Duca, ma nudo nelle loro braccia sembrava solo un vecchio.
Lui pagava per i brevi istanti di piacere, loro si arrabattavano per sopravvivere.

Erano impetuose come giovani giumente: lui saggio abbastanza per non farne dei senatori.


(I racconti dell´Ulivo)

Wednesday 19 January 2011

19 Gennaio - Luna Piena

Non era ancora mezzanotte quando arrivai a casa.

La luna piena risplendeva in un cielo scuro che sembrava non promettere altro che gelo. Con rabbia gettai le chiavi della macchina sul tavolo; la borsa ed il cappotto li buttai a terra accanto alla porta d´ingresso. Non lo avevo mai fatto prima. Sono normalmente cosí ordinata!


Seduta sul bordo della vasca da bagno che si riempiva osservavo i miei vestiti che giacevano lungo il corridoio come tanti sacchi vuoti.


Finalmente mi immersi in quello che pensavo un bagno rilassante. Pochi minuti dopo il mio cuore quasi si fermó.


Con la mente altrove osservavo il mio riflesso nel grande specchio di fronte a me e ci vidi qualcun altro.


All´inizio pensai fosse una specie di miraggio creato dal vapore ma poi uscí dallo specchio.


- Ho visto crescere in te la ferocia – mi disse con una voce incantata – Prenderá il controllo se non impari a domarla.


Non sapevo che cosa dire, che cosa fare; ero nuda di fronte a lei sperando che non fosse vera.


Aveva splendidi lunghi capelli color platino e una pelle d´avorio; indossava una scintillante tunica velata ed era a piedi nudi. Mi sorrise e mi toccó il capezzolo sinistro.


Improvvisamente si trasformó in una donna che avrei potuto essere io ma con uno sguardo cosí spaventoso che feci un passo indietro.


- Chi sei? – balbettai infine.


- Il mio nome é Rhoslyn – rispose riprendendo le sue meravigliose sembianze – e sono tua madre.


La fissai incredula.


Mi avevano sempre detto che mia madre era morta dandomi alla luce.


Mi avevano sempre detto che era bellissima. Non avevo nemmeno una sua foto. Non avevo mai visto il suo viso se non negli occhi ancora innamorati di mio padre.


La mia rabbia cresceva enormemente. Avevo sempre desiderato che mia madre tornasse; volevo averla per me, con me, da piccola cosí come da adulta. Ma sapevo bene che non era piú in questo mondo e il dolore era lancinante.


La cercavo in ogni angolo del mio volto, chiedendo a mio padre se le somigliavo, se avevo i suoi occhi o il suo naso, se era suo il sorriso che mi rispondeva ogni volta che mi guardavo allo specchio. Mi mancava cosí tanto.


E ora questa, questa... illusione diceva d´essere mia madre! Non avevo piú paura, volevo solo cacciarla.


Ma non me ne lasció il tempo e la mia rabbia scomparve magicamente nello stesso istante in cui mi accarezzó la guancia. Quando mi toccó furono le carezze di una madre a toccarmi. Tutte insieme. Non potei che piangere.


Mia madre era qui. Finalmente.


Ho sempre pensato di avere qualche potere. Sento e vedo cose che gli altri non possono. So cucinare in un modo che sembra stregare coloro che assaggiano il mio cibo. Sento di avere una spaventosa parte oscura in me, ed é cosí forte che se sono sconvolta posso muovere gli oggetti con lo sguardo. Mi terrorizza. L´ho detto a mio padre. Non ne é stato sorpreso ma mi ha probito di parlarene a chiunque. Ora almeno so di non essere pazza o psicotica.


Mia madre é una fata.


- Sono stata condannata per aver amato un mortale – disse sedendosi sul bordo della vasca da bagno – Dopo la tua nascita fui imprigionata in uno specchio. Posso andare in ogni superficie riflettente ma in nessun altro luogo. Vedo la veritá che si specchia e posso dirti che le cose non sono sempre quello che appaiono. Non posso essere vista a meno che non lo voglia e, in ogni caso, solo a mezzanotte di una notte di luna piena. Come stanotte. Abbiamo solo un´ora, poi saró di nuovo risucchiata nello specchio.


Volevo chiederle cosí tante cose che nemmeno una parola raggiunse le mie labbra. L´unica cosa che riuscii a fare fu di affogare nel suo abbraccio e lasciare che mi cullasse.


- Quando qualcuno guarda in uno specchio – cominció dopo alcuni dei momenti piú belli della mia vita – posso vedere la sua vera immagine, indovinare il suo sentire, toccare i suoi pensieri. Quando ho preso le tue sembianze ti ho mostrato quello che ho visto. Il tempo é venuto. Metá di te appartiene ad un mondo che non conosci e se non imparerai a farlo ti distruggerá. Hai un grande potere e devi imparare a non lasciare che la tua parte oscura se ne impadronisca.


Era vero. Quella sera avevo dovuto piantarmi le unghie nella carne per controllarmi. Sapevo che se lo avessi guardato un´altra volta gli avrei letteralmente tirato la penna davanti a me nell´occhio sinistro. Sapevo avrei potuto farlo. Sapevo che lo avrei fatto.


Ma non volevo pensare, non volevo parlare. Non in quel momento almeno. E lei lo sapeva.

Era la prima volta che potevo abbracciare mia madre, respirare il suo incredibile profumo di rose e perdermi nelle sue carezze e nei suoi baci. Restammo cosí, a coccolarci, come se nient´altro al mondo avesse importanza.

Quando scomparse trattenni le lacrime. Adesso sapevo che ogni volta che guardavo in uno specchio era il suo sorriso a sorridermi.


Andai a letto.


Sognai la prossima luna piena.

(Racconti dallo Specchio - Prima Luna)


Sunday 9 January 2011

SOFFERENZE

Seduto ai miei piedi uno scrittore fumava un grosso sigaro ascoltando la radio.
Dicevano che avevano dovuto emendare Huckleberry Finn.
Alle mie orecchie suonó come censura, o stupiditá.
Lo vidi scrivere qualcosa sul suo moleskine. Poi, in un soffio, lesse ad alta voce.
"Che cosa c´è in un nome? Quello che noi chiamiamo negro
Con un altro nome dimenticherebbe le sofferenze che la sua gente fu costretta a sopportare?"


(I racconti dell´Ulivo)

Tuesday 4 January 2011

PROPOSITI

Accarezzando il mio vecchio tronco sussurró il proposito per il nuovo anno.
Le avrebbe detto del suo amore ogni giorno, come fosse stato l´ultimo.


(I racconti dell´Ulivo)