New Novel! LA DAMA ROSSA

L´Ulivo su Yareah

Alcuni dei racconti dell´Ulivo sono ora pubblicati sulla rivista letteraria Yareah, n.2/2008.
Dateci un´occhiata su:
www.yareah.com/literatura_poems_trebeschi.php

Wednesday 19 January 2011

19 Gennaio - Luna Piena

Non era ancora mezzanotte quando arrivai a casa.

La luna piena risplendeva in un cielo scuro che sembrava non promettere altro che gelo. Con rabbia gettai le chiavi della macchina sul tavolo; la borsa ed il cappotto li buttai a terra accanto alla porta d´ingresso. Non lo avevo mai fatto prima. Sono normalmente cosí ordinata!


Seduta sul bordo della vasca da bagno che si riempiva osservavo i miei vestiti che giacevano lungo il corridoio come tanti sacchi vuoti.


Finalmente mi immersi in quello che pensavo un bagno rilassante. Pochi minuti dopo il mio cuore quasi si fermó.


Con la mente altrove osservavo il mio riflesso nel grande specchio di fronte a me e ci vidi qualcun altro.


All´inizio pensai fosse una specie di miraggio creato dal vapore ma poi uscí dallo specchio.


- Ho visto crescere in te la ferocia – mi disse con una voce incantata – Prenderá il controllo se non impari a domarla.


Non sapevo che cosa dire, che cosa fare; ero nuda di fronte a lei sperando che non fosse vera.


Aveva splendidi lunghi capelli color platino e una pelle d´avorio; indossava una scintillante tunica velata ed era a piedi nudi. Mi sorrise e mi toccó il capezzolo sinistro.


Improvvisamente si trasformó in una donna che avrei potuto essere io ma con uno sguardo cosí spaventoso che feci un passo indietro.


- Chi sei? – balbettai infine.


- Il mio nome é Rhoslyn – rispose riprendendo le sue meravigliose sembianze – e sono tua madre.


La fissai incredula.


Mi avevano sempre detto che mia madre era morta dandomi alla luce.


Mi avevano sempre detto che era bellissima. Non avevo nemmeno una sua foto. Non avevo mai visto il suo viso se non negli occhi ancora innamorati di mio padre.


La mia rabbia cresceva enormemente. Avevo sempre desiderato che mia madre tornasse; volevo averla per me, con me, da piccola cosí come da adulta. Ma sapevo bene che non era piú in questo mondo e il dolore era lancinante.


La cercavo in ogni angolo del mio volto, chiedendo a mio padre se le somigliavo, se avevo i suoi occhi o il suo naso, se era suo il sorriso che mi rispondeva ogni volta che mi guardavo allo specchio. Mi mancava cosí tanto.


E ora questa, questa... illusione diceva d´essere mia madre! Non avevo piú paura, volevo solo cacciarla.


Ma non me ne lasció il tempo e la mia rabbia scomparve magicamente nello stesso istante in cui mi accarezzó la guancia. Quando mi toccó furono le carezze di una madre a toccarmi. Tutte insieme. Non potei che piangere.


Mia madre era qui. Finalmente.


Ho sempre pensato di avere qualche potere. Sento e vedo cose che gli altri non possono. So cucinare in un modo che sembra stregare coloro che assaggiano il mio cibo. Sento di avere una spaventosa parte oscura in me, ed é cosí forte che se sono sconvolta posso muovere gli oggetti con lo sguardo. Mi terrorizza. L´ho detto a mio padre. Non ne é stato sorpreso ma mi ha probito di parlarene a chiunque. Ora almeno so di non essere pazza o psicotica.


Mia madre é una fata.


- Sono stata condannata per aver amato un mortale – disse sedendosi sul bordo della vasca da bagno – Dopo la tua nascita fui imprigionata in uno specchio. Posso andare in ogni superficie riflettente ma in nessun altro luogo. Vedo la veritá che si specchia e posso dirti che le cose non sono sempre quello che appaiono. Non posso essere vista a meno che non lo voglia e, in ogni caso, solo a mezzanotte di una notte di luna piena. Come stanotte. Abbiamo solo un´ora, poi saró di nuovo risucchiata nello specchio.


Volevo chiederle cosí tante cose che nemmeno una parola raggiunse le mie labbra. L´unica cosa che riuscii a fare fu di affogare nel suo abbraccio e lasciare che mi cullasse.


- Quando qualcuno guarda in uno specchio – cominció dopo alcuni dei momenti piú belli della mia vita – posso vedere la sua vera immagine, indovinare il suo sentire, toccare i suoi pensieri. Quando ho preso le tue sembianze ti ho mostrato quello che ho visto. Il tempo é venuto. Metá di te appartiene ad un mondo che non conosci e se non imparerai a farlo ti distruggerá. Hai un grande potere e devi imparare a non lasciare che la tua parte oscura se ne impadronisca.


Era vero. Quella sera avevo dovuto piantarmi le unghie nella carne per controllarmi. Sapevo che se lo avessi guardato un´altra volta gli avrei letteralmente tirato la penna davanti a me nell´occhio sinistro. Sapevo avrei potuto farlo. Sapevo che lo avrei fatto.


Ma non volevo pensare, non volevo parlare. Non in quel momento almeno. E lei lo sapeva.

Era la prima volta che potevo abbracciare mia madre, respirare il suo incredibile profumo di rose e perdermi nelle sue carezze e nei suoi baci. Restammo cosí, a coccolarci, come se nient´altro al mondo avesse importanza.

Quando scomparse trattenni le lacrime. Adesso sapevo che ogni volta che guardavo in uno specchio era il suo sorriso a sorridermi.


Andai a letto.


Sognai la prossima luna piena.

(Racconti dallo Specchio - Prima Luna)


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